MAURIZIO MARINELLI Opere 2000 - 2004 www.mauriziomarinelli.com Dall'8 luglio al 22 luglio 2004 Università di Bologna, Chiostro di San Giovanni in Monte Dipartimento di Discipline Storiche Piazza San Giovanni in Monte, 2 Bologna www.dds.unibo.it/ Per arrivare alla mostra email: maurizio@marinelli.com fax: (+39) 059 433 433 |
Inaugurazione:
giovedì 8 luglio 2004, ore 18. Composizione musicale per l'inaugurazione di Nicolò Verrini Architetture sonore di Francesco Jannuzzi, Audikon, Bologna Allestimento di Pilli Gibertoni StudioProforma, Carpi Orari di apertura lunedì - venerdì 8 - 19, sabato 8 - 13 (domenica e festività chiuso) |
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In un tempo in cui la tecnologia pretende di ordinare il mondo e determinarne il senso, la casualità gestuale della pittura astratta di Maurizio Marinelli si propone come poetica visiva di puri significanti, come una musica visiva, a cui non si può chiedere 'cosa vuol dire' ma piuttosto 'cosa mi dice'. . . Sono materie, colori, segni e forme che si offrono a chi le vuole guardare come |
opere aperte, macchine desideranti, spartiti grafici, di cui neppure i titoli, nulla più che codici, offrono suggestioni interpretative. . . E mentre le opere precedenti erano contenitori di gestualità cromatica fatta di energici segni di colori primari sulla tela bianca, le opere più recenti sono complesse superfici policrome, spesso scure, se non nere, solcate da tramature, grumi di colore, rivoli che si |
rincorrono e si amalgamano su una materia stratificata, carsica, che fa pensare ad una complessa geografia naturale. . . Sembra quasi che la pittura di Marinelli sia diventata più arcaica e primordiale, ancor meno concettualistica e lirica di quanto lo fossero le opere precedenti. Come se l'obiettivo dell'opera fosse diventato la creazione di un corpo più che la comunicazione di segni: natura più che |
cultura. . . E in questo senso la fisicità delle forme, presente in tutti i quadri precedenti di Maurizio Marinelli, in queste ultime opere diventa il motore generativo principale, mentre il gesto si immerge negli sfondi, diventa parte del contesto, non più soggetto centrale e protagonista. (M.R. maggio 2004) |
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