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Lapparenza e la regola
Florio Magnanini (English) Che cosha a che fare un segno grafico preciso e netto come quello del marchio ideato da Maurizio Marinelli negli anni ottanta per la ZADI s.p.a. e lintreccio cromatico fluido e apparentemente anarcoide del ciclo pittorico da uno a dieci chiamato TRD, destinato alla grande sala riunioni della nuova sede della ZADI, a Carpi? Poco o nulla, verrebbe da rispondere. Almeno se si resta alla superficie di facili contrapposizioni: lordine che cede al caos, per esempio; oppure una ricerca di significato (la simbolizzazione estrema di una serratura) sopraffatta nei dipinti da un significante che procede per logiche (o illogiche) tutte sue. Ma non è mai così, nella vita degli autori. Esistono semmai evoluzioni, non fratture nette fra epoche espressive. Qui non ci sono insomma da colorare periodi, come si usa nella storia dellarte, perché per Marinelli occorre parlare di una permanenza dei colori base: il nero, il giallo, il blu e il rosso. Sono i colori della stampa, sullo sfondo di un bianco che richiama lamore per la carta e non fusi nella quadricromia, ma contemporanei, accostati e intrecciati sapientemente come a scandire i ritmi di una musicalità jazz. Eccoli allora ricomparire, il rigore e la regola grafica: altro che evoluzione verso il caos. E che Marinelli grafico e artista continua a ribadire il suo discorso razionale e calcolato di efficace comunicatore che disdegna le pedanterie e le grammatiche dellespressività, ma in compenso ne assimila facilmente tutte le agilità e le ginnastiche. E un sentire che si esprime in leggerezza e che sembra volerti dire Vedi? E questo, ma può essere anche il suo contrario. Alla fine è sempre il gioco delle forme, sornione, sorridente, manipolato con estrema maestrìa tecnica, che prevale su tutto. Fino a proporsi come un continuo trompe loeil, un alternarsi di apparenze svelate nella realtà e di realtà sfumate nelle apparenze che ha indotto più volte anche noi, che lo conosciamo e lo amiamo, a chiederci: Ma chi è davvero, Maurizio Marinelli?. . |
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