Ibam forte VDR di Gianfranco Uccelli Credo poco al caso. Anzi, nulla. Chiamiamo caso ciò che non sappiamo spiegare e non abbiamo più il coraggio di chiamare destino. Però di tutto questo mi dimentico. E ogni volta il caso è lì, pronto a lasciare i suoi memotac sulla trama delle cose. Per esempio i quadri che Maurizio Marinelli espone alla galleria 8,75 di Reggio Emilia col titolo VDR 1/14. Realizzate l'estate scorsa all'aperto, nella campagna fra Carpi e Modena, le stazioni di questo percorso enigmatico sono altrettanti incroci di casualità. L'alea come tecnica espressiva è un dato fermo nel panorama contemporaneo: si scaglia colore sulla tela, lo si dirige basculando, si sgocciola, si spruzza, si lascia colare da un filtro o con mille altri artifici. Non diversamente si usano gli strumenti musicali o le voci o i brusii del mondo ricavandone spesso un effetto sonoro sorprendente. Tutto avviene là dove il caso denuncia il suo sottile gioco di anagrammi (in musica si direbbe rivolti) fra caso, cosa, caos. Marinelli esplora giusto questa strada ottenendo i risultati più chiari nell'uso della doppia sintassi: una gestuale, chiusa all'interno di ogni quadro; l'altra aperta, nella sequenza di più quadri, accostati in parete per piegarsi allo spazio della galleria o privati della loro discontinuità fisica per diventare, nella copertina del catalogo, una striscia, un'opera compiuta e suggestiva benché solo (solo?) virtuale. Ma non è tutta qui la casualità che intendo. C'è anche quella, più profonda, delle storie, quella di Paul Auster e dei suoi reticolati urbani, così ben distesi pur senza rompere mai il velo di una magia troppo cosmopolita e colta per non intimorirsi della divinità. Anche dietro questa mostra c'è una storia di storie. VDR 1/14 si è materializzata perché esiste una certa casa fuori città, perché Maurizio vi ha riscoperto capacità sepolte, perché un amico è andato là a cena, perché un amico di quell'amico si occupa di arte contemporanea e così via, all'infinito, di link in link. Alla domanda fatale (Com'è cominciata la sua carriera?) Marinelli un giorno dovrebbe rispondere, come tutti: Per caso. Sarebbe la verità. La verità corrente, almeno. Storia vecchia. Ibam forte via Sacra, attacca Orazio in una delle sue satire più note: andavo per caso lungo la via Sacra. Casualità e sacralità. Curioso. Non so se Orazio l'ha fatto apposta. Poco importa. Nemmeno Marinelli, irrorando tele nel prato, sapeva che ne sarebbe sortita quella striscia di copertina che è, a mio gusto, un pezzo di forte impatto visivo, il più bello della mostra. Si gira e si rigira intorno al caso, come se una legislazione inaccessibile e capricciosa governasse un cosmo privo di legislatori. E lo governa, se così vogliamo. Ma senza VDR 1/14 non sarei qui a rendere testimonianza, non rifletterei di nuovo sulle trappole della casualità, non riceverei da Maurizio una lezione di prontezza nel cogliere e nello spendere talenti ... Peccato che il caso non esista: ci perdiamo tutto lo sgomento che segue. In compenso ci si aprono squarci su un diverso stato della coscienza. |